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Scegliere ci aiuta a vivere meglio

Immagine del redattore: Claudia BattistoniClaudia Battistoni

Aggiornamento: 11 mag 2023

Aria di primavera, aria di scelte scolastiche, lavorative e grandi cambiamenti in corso.


Stavo immaginando un articolo sul tema delle scelte, quelle che vorremmo fare e non facciamo mai, e che rimangono in quel limbo infinito fatto di forse e semmai, e oggi, l'ultimo colloquio con un mio paziente costantemente indeciso, mi ha dato il La per iniziare.

Perché costantemente nella vita ci viene richiesto di operare delle scelte, in qualsiasi area di vita, in qualsiasi momento. Come quando prima di un viaggio dobbiamo decidere cosa portare con noi, e cosa lasciare a casa.


Perché in valigia non c’entra tutto, e dobbiamo scegliere: Cosa voglio indossare una volta arrivata? Che cosa è necessario che io abbia con me? A cosa non voglio assolutamente rinunciare?”

Faccio questa stessa domanda alla fine di tutti i miei corsi, e c’è sempre quello che dice

“io mi porto tutto”, oppure chi conclude con “no, io non lascio niente!”.

Ebbene, non è possibile lasciare niente. Lasciatevelo dire.

Se ci riempiamo la vita di cose, di persone, di idee, di progetti, senza mai operare delle scelte nitide, alla fine diventiamo saturi, e si presentano davanti a noi due opzioni:



La prima è l’effetto “BIG BEN”

L'effetto big ben è quando arriviamo all’esaurimento fisico e psicologico e poi esplodiamo, distruggendo tutto quello che ci circonda, inclusi noi stessi. Vi è mai capitato?


Pensate alle diete fast, quelle fai da te che a noi donne piacciono tanto, che come ci aiutano a smaltire i chili in eccesso in poche settimane, ci inducono a lasciare la presa una volta visti i primi risultati, per poi tornare a commettere subito dopo gli stessi errori di prima, lasciandoci con la frustrazione di un impegno senza seguito e i chili ripresi, con gli interessi.


E perché non menzionare le crisi travolgenti del pre-ciclo?

Davvero pensate che in quella fase le donne diventano tutte pazze?

No amici, in quel momento, tutto ciò che abbiamo accettato in nome della brava bambina che è in noi, di colpo vuole uscire. Esplodendo.

Nella stessa misura in cui è stato soppresso.


Potremmo citare tantissimi altri esempi, mamme sature, rapporti saturi, pensieri saturi che non ci permettono di vivere la vita che desideriamo.



La seconda opzione è lo "PSICORIORDINO"

Lo psicoriordino è una strategia per apprendere l'arte di operare delle scelte autentiche che ci permettano di “sfiatare” e fare spazio, alleggerendoci da quella pesantezza che rischia di far affondare la nostra nave.

Ci sono tantissime strategie per riordinare la mente e fare spazio. In uno dei miei post ho citato il Gibberish, che utilizzo spesso all’interno dei miei spazi di lavoro, una pratica che propone di lasciar andare la lingua ad un linguaggio non sense, con suoni simili a parole.



Altre pratiche includono l’organizzazione degli spazi e dei tempi all’interno delle routine giornaliere, darsi obiettivi, ma ne parleremo più avanti.


Perché? Perché dopo tanti anni a osservare e studiare guru di turno che promettono con un click di rivoluzionare la propria esistenza, sono arrivata ad una conclusione:



Le strategie da sole non bastano!


Visto il periodo ho deciso di parlarvi di questo tema utilizzando la metafora dell’armadio.

La proposta che vi farò è di provare a dare vita ad un cambio di stagione un po’ diverso.


Immaginiamo il nostro armadio come il nostro animo, e i nostri vestiti, le cinture, le coperte, e tutto ciò che contiene, come il nostro sistema di atteggiamenti e credenze. Possiamo disegnarlo, costruirlo, progettarlo. Più daremo vita alla nostra creazione, più sarà reale.

Ora proviamo a tirare tutto fuori e immaginiamo di avere a disposizione tre secchi enormi: uno per le cose da buttare, uno per quelle da risistemare e riadattare al presente e uno per le cose da tenere e decidere in quale posto sistemarle.

Ci sono cose che ci sono state regalate, altre che non ci sono mai piaciute, abiti che “un giorno quando ci sarà l’occasione” e altri che “non si sa mai, magari ci entro di nuovo”.

Ci sono cose nascoste in fondo ai cassetti che non sappiamo bene come siano finite li. Eppure ci sono e occupano tanto spazio prezioso.


La nostra mente è un po’ come quell’armadio. Vive di cose che ci fanno sentire meravigliosi, abiti che profumano di ricordi emozionanti, ma anche scarpe vecchie, regali non apprezzati e mai buttati “perché non si fa”, abiti che forse un giorno metteremo... e così via.

Sono i nostri "devo essere sempre all'altezza, non posso abbassare la guardia, non devo fidarmi degli altri, devo dare il meglio di me, devo essere una brava bambina, non devo mai disubbidire all'autorità, devo..devo..devo..devo...


Sono i nostri introietti, o almeno così li definisce la psicoanalisi e successivamente la psicologia della Gestalt, ovvero tutti quei devo interiorizzati che abbiamo ingurgitato fin da bambini e che ci hanno dato la base per muoverci nel mondo. E’ il materiale assimilato senza cognizione e fatto di tendenze, convinzioni, abitudini, ideali, comportamenti, valori, che abbiamo fatto nostro in modo grossolano e che ci hanno strutturato l'esistenza.

Hanno avuto una funzione adattiva e, se ci pensiamo, ce l’hanno tutt’ora. Ci permettono infatti di “vestirci” e poter comprendere dentro di noi la differenza fra la “lana e il cotone”, e per trasformare la metafora, di scindere ciò che "si fa" da ciò che "non si fa". Ma possono diventare disfunzionali e allontanarci dal vero Contatto, ovvero quel processo che ci permette di crescere e diventare ciò che siamo. Di comprendere ovvero che cosa noi "vogliamo fare", a dispetto da ciò che abbiamo assimilato.


Il rischio è l'esplosione. Soprattutto se non ne prendiamo consapevolezza.

Ci sarebbe molto da aggiungere, parentesi infinite che parlano di aspetti culturali, sociali, psicologici, e dobbiamo ricordarci che: ognuno di noi ha il suo "armadio da riordinare" non esiste una ricetta uguale per tutti.


Ho deciso di offrirti la possibilità di approfondire "il tuo armadio" durante un colloquio gratuito psicologico (anche online), ma ti chiedo di aiutarmi a far crescere questa pagina affinché i contenuti possano continuare ad aiutare chi ci legge, come te.


Come?

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Ti contatterò privatamente per indicarti una data compatibile con le tue esigenze!


Ovunque tu sia, chiunque tu sia, qualsiasi fede tu abbia, che tu possa scorgere il faro che illumina la tua vera strada.


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Dott.ssa. Claudia Battistoni  -  Psicologa Clinica (Albo degli Psicologi della Regione Marche  - sez.A  posizione n. 3329) - Sede Legale: Porto D'Ascoli - San Benedetto del Tronto (AP) 

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